Tecniche utilizzate

 

BLT

Corrisponde al Bilanciamento delle Tensioni Legamentose ovvero va premesso che i legamenti di un'articolazione si trovano normalmente in tensione reciproca equilibrata e raramente sono completamente rilasciati nella normale escursione di un movimento. Questo avviene finché un'articolazione si sposta nei limiti della propria escursione fisiologica, quando però ciò non avviene si crea un disequilibrio locale e non solo, poiché la funzione dei legamenti è di stabilizzare, guidare ed informare le aree corticali superiori di tale disfunzione. Un’organizzazione disfunzionale con asimmetriche tissutali ed alterate posizioni delle facce articolari, sviluppa un fulcro disfunzionale, il quale viene ad essere raggiunto e azzerato attraverso questa tipologia di tecniche.

 

 

MET

Sono le Tecniche di Energia Muscolare nelle quali si sfruttano i riflessi (miotatico da stiramento e il miotatico inverso) presenti nei circuiti d’innervazione dei muscoli i quali, se correttamente attivati, permettono di rilasciare il muscolo antagonista o agonista a seconda dell’utilizzo di queste. Si richiede così la contrazione, isometrica o isotonica, del paziente in seguito alla messa in tensione dell’osteopata e si guadagna durante il rilascio della contrazione.

 

Sono particolarmente indicate per mobilizzare le articolazioni con restrizioni di movimento, rinforzo di muscoli indeboliti, detendere strutture miofasciali tese e migliorare la circolazione locale.

 

Thrust

Sono tecniche definite ad alta velocità e bassa ampiezza proprio per la peculiarità che hanno nell’esecuzione delle stesse, devono perciò essere eseguite con tre elementi fondamentali: precisione del movimento, forza adeguata e localizzazione mirata.

 

Il thrust è utilizzato allo scopo di ridurre la facilitazione neuronale che può coinvolgere uno o più segmenti scheletrici. La neuro-facilitazione causa ipereccitabilità non solo all’area interessata, ma anche ad altri distretti funzionali del corpo neurologicamente connessi a questi, come organi e altre regioni dell’apparato muscolo-scheletrico.

 

Fasciale

Particolarmente indicate nelle fasi acute di molteplici turbe in quanto non aggressive e irritative e nelle patologie croniche ove la fascia è sempre la prima ad essere interessata e limitata. Lo svolgimento e di conseguenza il rilasciamento fasciale determina effetti importanti su tre diversi distretti: sul sistema osteoarticolare, sulla relazione con i visceri ed organi e infine determina un riequilibrio dei fluidi e di conseguenza delle pressioni interne.

 

Ne beneficiano i cinque fluidi fondamentali del corpo ovvero il linfatico, il liquorale, il venoso, l’arterioso ed il liquido sinoviale sia a livello locale che a distanza.

 

 

Viscerale

L’approccio viscerale nasce dal profondo legame presente sia da un punto di vista anatomico, funzionale che nervoso tra i visceri e la struttura muscolo-scheletrica, in particolar modo la colonna vertebrale gioca un ruolo centrale grazie alla presenza di circuiti neurologici bidirezionali. Ciò spiega come, per esempio, un mal funzionamento della colonna vertebrale, possa influenzare uno o più visceri e viceversa.

Le tecniche viscerali sono tecniche profonde che consentono di stimolare l’organo verso la sua fisiologica funzione, sia essa di assorbimento, sia digestiva o di espulsione agendo sia da un punto di vista meccanico (mobilità) sia biochimico (motilità). All’interno del corpo si possono instaurare schemi di disfunzione i quali, tramite le catene fasciali, possono creare problemi in zone anche lontane dalla sede della lesione primaria, perciò il corpo risponderà attivando dei meccanismi di compensazione che porteranno a loro volta alla creazione di fissazioni e quindi perdita di movimento, portando con il passare del tempo l’instaurarsi di un’irritazione cronica come problemi digestivi o intestinali.

 

 

Cranio-sacrale

Il cervello ed il midollo spinale sono ricoperti da tre membrane protettive (dura madre, pia madre e aracnoide), tra le quali circola il liquor. La meninge più esterna, chiamata "Dura Madre", è fissata a parti interne del cranio e sulla colonna vertebrale trasmettendo le forze fino al sacro, mentre liquor, che scorre sia a livello spinale che cerebrale, viene prodotto e riassorbito all'interno della scatola cranica da specifiche areee: la sua quantità aumenta e diminuisce ciclicamente, cambiando di conseguenza anche la pressione che dall’interno si esercitata verso l’esterno e di conseguenza sulle meningi. Viene così a crearsi un movimento ritmico di tale membrana che si propaga in tutta la periferia, detto «ritmo cranio-sacrale», movimento che viene valutato tramite la forza, l’ampiezza e il ritmo fornendoci così informazioni sulla vitalità dell’organismo e sull’equilibrio di questo.